di Nicola Fabozzi – Presidente Nova Sider e Siderale
La corsa globale verso l’acciaio green non è una moda passeggera né una tendenza da cavalcare con leggerezza comunicativa. È una necessità industriale, ambientale e strategica che chiama in causa l’intero comparto siderurgico mondiale. E, più in profondità, sollecita una riflessione su che tipo di sviluppo vogliamo alimentare con le nostre filiere produttive.
I dati dell’Agenzia Internazionale per l’Energia parlano chiaro: il 7% delle emissioni globali di gas serra proviene dall’industria siderurgica. E la domanda di acciaio, ben lontana dal ridursi, crescerà del 30% entro il 2050. Questo significa una cosa sola: o il nostro settore cambia radicalmente, oppure saremo parte del problema – non della soluzione.
Non basta il greenwashing, serve acciaio industrialmente evoluto
Progetti come l’Hybrit in Svezia dimostrano che esistono strade percorribili. L’uso dell’idrogeno verde, i forni elettrici alimentati da rinnovabili, la riduzione diretta del minerale di ferro sono tutte tecnologie che aprono scenari nuovi. Ma attenzione: parlare di acciaio green senza affrontare le sfide industriali, logistiche e finanziarie che ne derivano significa indulgere nell’utopia.
In Italia, l’esperienza travagliata dell’ex Ilva di Taranto è un caso emblematico. Le intenzioni erano (e restano) giuste: riconvertire impianti storicamente critici in asset sostenibili. Tuttavia, senza una governance solida, procedure trasparenti e visione industriale, il rischio è che anche gli investimenti pubblici finiscano in un labirinto burocratico e giudiziario.
Il nostro impegno: concretezza, innovazione, filiera
Noi di Nova Sider e Siderale crediamo che la transizione verde del settore non possa essere affidata solo a grandi proclami. Servono:
- Investimenti industriali mirati: per rinnovare impianti, ridurre l’uso del carbone, aumentare l’efficienza energetica e adottare tecnologie compatibili con l’idrogeno.
- Partnership nella filiera: l’acciaio green non si produce in solitudine. Serve una rete industriale che comprenda fornitori, clienti, enti di certificazione, mondo della ricerca.
- Accesso equo a risorse e incentivi: le PMI devono avere le stesse opportunità di innovare dei grandi gruppi. La sostenibilità non può diventare una barriera d’ingresso, ma un acceleratore di competitività.